“I Ragazzi del ‘99 seppero morire prima di imparare a vivere”.
È necessario custodire la memoria non solo degli eventi negativi che hanno caratterizzato la storia d’Italia, ma anche di quelli positivi. La storia dei Ragazzi del ‘99 merita di essere mantenuta viva con un costante tributo di riconoscenza per chi ha sacrificato il fiore della propria giovinezza per la libertà del nostro Paese, indipendentemente dall’uso che di questa libertà è stato fatto negli anni successivi. Il fatto che gli italiani abbiano usato male la libertà conquistata al termine della prima guerra mondiale non può essere una giustificazione per impedire agli italiani di essere liberi o per non essere riconoscenti nei confronti di chi per quella libertà ha sacrificato la propria vita (d’altra parte, la libertà è tale ed è vera se prevede la possibilità che possa essere usata male: il bene ha valore se c’è la possibilità di scegliere il male; il bene imposto senza alternative cessa di essere un bene).

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