Per Sant’Agostino il male è l’assenza di qualcosa che dovrebbe esserci. Non tutte le mancanze sono un male, se si tratta di mancanze connaturate alla natura di un ente (Sofia Vanni Rovighi). L’assenza di ali nell’uomo non è un male, perché non compete alla natura umana avere le ali. La mancanza delle gambe nell’uomo, invece, è un male (fisico). Quindi esistono mancanze fisiche, psicologiche e spirituali che sono un male e mancanze fisiche, psicologiche e spirituali che non lo sono.
La dimensione sana della mancanza ha a che fare con i bisogni. Avere dei bisogni non è un male. Non è un male: avere fame e avere bisogno di mangiare sul piano fisico; avere bisogno di affetto e del calore di una relazione stretta sul piano psicologico; avere bisogno di Dio, di un senso, di una vocazione sul piano spirituale. È male riempire queste mancanze con dei surrogati. È male ricorrere al cibo se ho bisogno di affetto, ad esempio. È male ricorrere alle creature, se ho bisogno di Dio. Il vuoto, il deserto interiore di cui si è parlato nel post precedente non è nient’altro che il bisogno di Dio, quindi sentire questo vuoto non è male; è male fare della nostra interiorità - che è prima di tutto tempio di Dio - un covo di ladri.
Siccome Dio è Sommo Bene, il male, inteso come la mancanza di qualcosa che dovrebbe esserci, è da ricondurre alla libera volontà delle creature.
Si potrebbe obiettare superficialmente che esistono mali, come le malattie e la morte, che non necessariamente sono causate della nostra libera volontà.
Rispondo che esistono creature che hanno una natura puramente spirituale e non tutte queste creature agiscono per il nostro bene.
È un errore credere che “creato” sia sinonimo di “ciò che è materialmente visibile”. D’altra parte, anche in psicologia crediamo all’esistenza di enti personali di natura puramente spirituale, nel senso che non sono materialmente visibili e a cui riconosciamo un’intenzionalità - nello specifico quella di agire contro di noi -; ne cito due: il “genitore punitivo” della Schema Therapy, e gli “oggetti interni cattivi” della psicoanalisi.
È un grave errore pensare che questi enti siano semplicemente il frutto di esperienze infantili avverse e che possano essere affrontati esclusivamente con gli strumenti della psicologia. È grave perché questi enti, essendo puri spiriti, quindi non soggetti alla materia e al tempo - a differenza di noi esseri umani -, hanno un’intelligenza ed una intenzionalità di gran lunga superiori alle nostre. E per liberarci di loro, non sono sufficienti né la nostra intelligenza né la nostra intenzionalità. D’altra parte è proprio in vista del combattimento contro questi enti che ci sono stati dati i sacramenti (della Chiesa Cattolica); e, tra tutti, uno in particolare, quello della Confessione, è un vero e proprio sacramento di guarigione interiore perché è più potente di un esorcismo.
Se è frequente oggi psicologizzare ciò che è spirituale illudendosi che tutti i problemi che riguardano la nostra interiorità si risolvano negli studi dei professionisti della salute mentale, è diffuso anche l’errore uguale e contrario in cui cadono molti credenti, quello di spiritualizzare tutta l’esistenza; come se la fede magicamente dispensasse il credente dall’occuparsi della propria psiche e del proprio corpo. Questa fede non è cristiana ma diabolica, perché colloca il cristiano su un piedistallo e lo esonera dalle fatiche psicologiche, sociali e culturali del suo tempo: è una fede senza opere, contraria inoltre all’umiltà e alla fraternità cristiane.
Quindi attenzione a questi due errori speculari oggi molto diffusi: la convinzione che l’uomo con la sua intelligenza possa risolvere tutti i suoi problemi e la convinzione che la fede risolva tutti i problemi dell’uomo senza che quest’ultimo faccia la fatica di usare la propria intelligenza. Questi errori sono frutto della scissione tra fede e ragione, che è tipica della fase discendente di una civiltà.
Il male quindi ha a che fare con l’intenzionalità, con un allontanamento della nostra volontà da Dio che è Sommo Bene. Solo le creature dotate di uno spirito hanno un’intenzionalità. Gli animali possono avere un’intelligenza ma non un’intenzionalità in senso stretto.
Il male sta sempre in una perversione della volontà, la quale anziché essere attratta dal Bene, come dovrebbe essere, si rivolge a ciò che è male fornendone il pieno assenso.
Tutto ciò che proviene dal Sommo Bene non può essere male, ne consegue che nessuna creatura in quanto tale è male, nemmeno il demonio, perché anch’esso proviene da Dio.
Attenzione però: la creatura, con il suo libero arbitrio, può allontanarsi da Dio in modo irreversibile.
Siamo veramente liberi.
E la libertà non è un gioco. È una cosa seria. Possiamo veramente arrivare al punto di perdere irrimediabilmente la nostra interiorità, la nostra personale vocazione, il nostro personale incontro con Dio, la nostra primogenitura per trenta denari o per un piatto di lenticchie. Se si leggono con attenzione i passi della Genesi e del Vangelo che narrano le vicende di Esaù e di Giuda, c’è un aspetto che li accomuna e che dovrebbe suscitare un sano timore: entrambi si accorgono della gravità di ciò che hanno commesso quando ormai non è più possibile rimediare. Quindi attenzione ad ignorare gli inviti di Dio a non sprecare il tempo che ci è stato donato rincorrendo il superfluo.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo.
E, ancora, per l'uomo che si presenterà a quell'appuntamento con il cuore appesantito da tutti i "trenta denari" della propria vita: sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato.
Come ricorda Sant'Agostino, Gesù dice il vero non soltanto quando parla delle beatitudini, ma anche quando parla dei “guai”.
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