In
un mondo che ha inflazionato parole come "scienza" e
"ragione" usandole molto spesso impropriamente, è opportuno fare
alcune premesse (certamente non esaustive!) sull'uomo e sulla conoscenza umana.
Queste premesse sono necessarie per qualsiasi divulgazione scientifica, e sono
necessarie soprattutto in un'epoca che usa gli enunciati (pseudo) scientifici
per restringere gli spazi di libertà di espressione e, quindi, per comprimere
la democrazia (che senza la libertà di opinione non può esistere). "La
scienza non è democratica" diceva un noto virologo, durante la pandemia di Covid- 19, intendendo con tale frase che l'uomo comune non può dissentire da
quanto formulato dagli esperti. Al contrario, l'uomo comune può mettere in
discussione gli enunciati scientifici, se fa la fatica di studiare e maturare
le conoscenze necessarie, in quanto ogni enunciato scientifico è suscettibile
di essere rivisto, allargato o rigettato se intervengono nuove evidenze. È
sempre e solo l'evidenza che conferma o smentisce una teoria scientifica e non
la cattedra dalla quale viene formulata la teoria. Gli enunciati che non sono
suscettibili di essere rivisti si chiamano assiomi, e solo in geometria e
matematica incontriamo assiomi propriamente detti.
Devo alla filosofa italiana Sofia
Vanni Rovighi buona parte degli elementi teoretici necessari all'elaborazione di queste
premesse.
1. Alla base della filosofia e di qualsiasi scienza umana
c'è l'intelletto o la ragione, intesa come capacità prettamente umana di
argomentare, di ragionare discorsivamente sulla realtà, di dimostrare che le
cose stanno effettivamente così; pertanto, come si è già detto, è l'evidenza -
e non l'autorità di chi argomenta - l'unico criterio della bontà di una teoria
filosofica o scientifica.
2. Se si eccettuano le verità rivelate da un intelletto
divino - che non possono essere scientificamente controllate dall'uomo e che
appartengono infatti al campo della fede e delle religioni rivelate - l'uomo
dispone solo della ragione per conoscere le verità, sia quelle scientifiche in
senso stretto sia quelle esistenziali (cioè quelle necessarie a realizzarsi
come essere umano). Ovviamente sono possibili contatti con la realtà attraverso
le emozioni, i desideri, i sogni, ecc. ma è solo la ragione (non l'emozione o
il desiderio) che può esprimersi sulla verità o falsità di qualcosa. Se non si
accetta questa premessa si cade nell'irrazionalismo.
3. Nelle prime due premesse sono state tessute in un
certo senso le lodi della ragione umana, questa terza premessa invece è per
affermare che la ragione umana è limitata, può conoscere solo imperfettamente e
la realtà generale (filosofia) e le realtà particolari (scienze). Da questa
imperfezione deriva il progresso delle conoscenze umane: solo ciò che è
imperfetto infatti può progredire.
4. Ogni uomo deve realizzarsi come essere umano, può
riuscirsi o può fallire ma nessun uomo può sottrarsi a questo compito che è
insito alla sua stessa natura. Per realizzarsi ha bisogno di distinguere ciò
che è vero da ciò è falso. Abbiamo detto che umanamente disponiamo solo della
ragione, ma si è detto allo stesso tempo che la ragione è limitata: pertanto
questa premessa afferma espressamente che l'uomo non può fare a meno della
religione, a dispetto di un assunto dominante in Occidente che considera la religione
un retaggio di un passato ormai soppiantato dal progresso delle conoscenze
scientifiche. Ovviamente non tutte le religioni sono uguali, esula
dall'obiettivo di questo blog stabilire quali siano quelle vere e quelle false.
Si può però affermare che il già citato criterio dell'evidenza vale anche per
le religioni: deve esserci qualcosa di esistenzialmente vero: cioè qualcosa o
Qualcuno che aiuti l'uomo a realizzarsi nella sua vera essenza.
5. Quinta e ultima premessa: l’uomo può fare della
scienza una religione - e in questo modo snatura sia la scienza che la
religione - ma non può fare a meno né dell'una e né dell'altra. Di entrambe ha
bisogno per realizzarsi come uomo, purché sia chiaro cosa compete alla scienza e cosa invece alla religione; pertanto rimane valido il moderno principio della laicità della scienza.
Nessun commento:
Posta un commento